LEGGE DI BILANCIO 5.0: le novità e le misure per le imprese

LEGGE DI BILANCIO 2025:

le novità e le misure per le imprese

La Legge di bilancio 2025 (legge n. 207-2024) è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 31 dicembre 2024 ed è entrata in vigore il 1° gennaio 2025. Il testo conferma la sua impostazione iniziale di sostegno ai redditi medi e bassi, con alcune novità importanti però anche sul fronte delle imprese, a cominciare dalle modifiche a Transizione 5.0.

La Legge di bilancio 2025, da circa 30 miliardi, è composta infatti per due terzi dalla stabilizzazione per i prossimi cinque anni del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro e per il passaggio a tre aliquote IRPEF. Due provvedimenti che da soli cubano circa 18 miliardi. A questi si aggiungono poi gli interventi a sostegno delle famiglie e della natalità per contrastare l’inverno demografico. Misure che complessivamente dovrebbero generare anche la ripresa dei consumi che, nonostante il calo dell’inflazione e l’aumento dell’occupazione, continuano a ristagnare, complice – come spiegato dal ministro Giorgetti – anche un quadro internazionale caratterizzato da incertezza che ha aumentato la propensione al risparmio delle famiglie a scapito dei consumi.

Dopo il passaggio in Parlamento, una delle novità della Legge di bilancio 2025 più importanti per il mondo delle imprese è rappresentata dalle modifiche di semplificazione e potenziamento del credito d’imposta Transizione 5.0. Un intervento che opera su scaglioni, cumulabilità con altri incentivi, semplificazioni per il calcolo del risparmio dei consumi energetici e maggiorazioni per il fotovoltaico, con l’obiettivo finale di rendere più facile ed appetibile una misura da 6,3 miliardi attivatasi ad agosto e che, ancora a metà dicembre, aveva assistito a richieste per soli 200 milioni di euro.

Oltre che operare su Transizione 5.0, la Commissione Bilancio ha messo mano anche al bonus Industria 4.0, operando di fatto una sterilizzazione di un incentivo che in questi anni, complice anche l’assenza di un tetto di spesa, ha generato richieste per 29 miliardi di euro, con la necessità di ripetute iniezioni di risorse, l’ultima delle quali (da 4,69 miliardi) arrivata qualche settimana fa con il DL Fiscale. In tale contesto, dal 2025 il credito d’imposta smetterà di incentivare gli investimenti in beni immateriali e, soprattutto, prevederà per la prima volta un tetto di spesa annuale, quantificato in 2,2 miliardi per il prossimo anno.

La manovra estende inoltre per tutto il 2025 la disciplina transitoria del Fondo di garanzia PMI, introdotta in deroga dalla disciplina ordinaria con il DL Anticipi, riducendo però al 50% per tutte le MPMI la copertura per i finanziamenti per esigenze di liquidità. Inoltre la legge di bilancio ammette per tutto il prossimo anno alla garanzia del Fondo sia le piccole e medie imprese che le mid cap, previo via libera di Bruxelles.

Per le imprese la Legge di bilancio 2025 prevede anche la proroga al 2025 del credito d’imposta ZES Sud, il tax credit che sostiene l’acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nella ZES Unica. Grazie ad uno stanziamento di 2,2 miliardi, la Manovra ha infatti prorogato l’incentivo, continuando a prevedere la doppia comunicazione all’Agenzia delle entrate: quella preventiva relativa all’ammontare degli investimenti che si intende effettuare e quella integrativa sugli investimenti effettivamente realizzati. Ad essere agevolabili saranno, nello specifico, gli investimenti effettuati tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2025.

La Manovra 2025 stanzia, inoltre, 1,7 miliardi da qui al 2029 per la Nuova Sabatini, l’agevolazione gestita dal MIMIT che sostiene l’accesso al credito delle imprese per investimenti in macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali.

Tra le altre misure per le imprese previste dalla legge di bilancio 2025, si cita quella in materia di riversamento del credito di imposta in ricerca e sviluppo. La Manovra prevede, infatti, un contributo in conto capitale – commisurato in termini percentuali a quanto riversato – a vantaggio di coloro che hanno aderito alla procedura di riversamento dell’importo entro il 31 ottobre 2024.

La Manovra ha previsto anche la proroga fino al 2027 del bonus IPO per la quotazione delle PMI, nonchè il finanziamento per il biennio 2027-2028 dei centri di ricerca e partenariati estesi finanziati dal PNRR ma che non sono ancora in grado di camminare con le proprie gambe, dal punto di vista dell’autonomia finanziaria.

Rispetto al testo originario approvato dal Governo, la nuova versione della manovra prevede una mini decontribuzione Sud: l’aliquota dello sgravio contributivo scende dal 30% al 25% nel 2025, con un progressivo decalage fino al 15% del 2029. A disposizione risorse per oltre 7 miliardi di euro, che quindi fanno saltare il Fondo da oltre 9 miliardi per il finanziamento di interventi volti a ridurre il divario occupazionale e sostenere lo sviluppo dell’attività imprenditoriale nelle aree svantaggiate del Paese, previsto inizialmente dall’Esecutivo.

Tra le altre novità arrivate durante il passaggio alla Camera, figura l’emendamento sull’IRES premiale per le imprese che accantonano almeno l’80% degli utili per investirne almeno il 30% in beni strumentali 4.0 materiali e immateriali (macchinari, impianti, software ecc.). Per loro è infatti prevista una riduzione del 4% dell’IRES, l’imposta sul reddito delle società, la cui aliquota scenderà dal 24% al 20% a condizione di mantenere o aumentare il numero di lavoratori occupati.

Novità interessanti anche per l’internazionalizzazione e l’export. La Legge di bilancio 2025 prevede infatti l’introduzione di nuove sezioni nel Fondo 394/81, come ad esempio una riserva per le operazioni in America Latina, una Sezione Crescita destinata ad acquisire quote minoritarie del capitale di rischio di PMI e imprese a media capitalizzazione, oppure una Sezione Investimenti Infrastrutture, solo per citarne alcune. Altre novità incidono invece su linee già attive come la sezione Africa del Fondo SIMEST che apre anche alle imprese che, più genericamente, intendono effettuare investimenti nel continente africano.

La manovra 2025 contiene anche un set di misure per il settore agricolo, tra cui si cita anzitutto la proroga del tax credit ZES Unica per gli investimenti effettuati dalle imprese del settore della produzione primaria di prodotti agricoli, delle foreste della pesca e dell’acquacoltura. Previste poi le garanzie ISMEA per i finanziamenti a favore delle imprese sementiere danneggiate dall’alluvione di maggio 2023, o l’incremento della dotazione di Fondi come quello per la filiera delle fibre tessili naturali o per il recupero della fauna selvatica, solo per citarne alcuni. Tra le altre misure si citano infine il Fondo per la blue economy, la possibilità di rideterminare il costo d’acquisto delle partecipazioni, negoziate e non negoziate, e dei terreni nonchè la facoltà data alle Autorità digestione dei PSR di ridurre la quota di cofinanziamento nazionale, fino a concorrenza dei tassi massimi di partecipazione del FEASR, mantenendo le risorse provenienti da tale riduzione come stanziamenti aggiuntivi nazionali a favore dei medesimi Programmi.

Sul fronte turismo, invece, si segnala lo stanziamento di 110 milioni di euro per la concessione di agevolazioni, di cui fino a 60 milioni in forma di contributo a fondo perduto. Gli incentivi hanno l’obiettivo di sostenere la realizzazione di interventi per la destagionalizzazione dei flussi, la digitalizzazione dell’ecosistema turistico, lo sviluppo delle filiere turistiche, la realizzazione di investimenti coerenti con i principi ESG (Environment, Social, Governance) e in generale il turismo sostenibile.

Infine, per sostenere l’avvio di nuove imprese commerciali e artigiane, la legge di Bilancio introduce un esonero contributivo per i nuovi artigiani e commercianti che si iscrivono per la prima volta nel corso del 2025 alle relative gestioni previdenziali e che percepiscono redditi d’impresa anche in regime forfettario.

A proposito di cultura, invece, tra le misure più rilevanti emerge il rifinanziamento del Fondo unico per il pluralismo e l’innovazione digitale dell’informazione e dell’editoria. In particolare, considerando gli effetti economici derivanti dall’eccezionale incremento dei costi di produzione e al fine di sostenere la domanda di informazione, lo strumento può godere di un extra pari a 50 milioni di euro per il 2025.

A questo intervento si affiancano i rifinanziamenti di fondi esistenti che riguardano vari settori, dagli spettacoli dal vivo alla fotografia, fino ai beni culturali. Rivista e modificata in più punti la norma sul tax credit cinema.

Fonte: https://fasi.eu/it/articoli/in-evidenza/27611-manovra-novita-legge-di-bilancio-2025.htmlhttps://fasi.eu/it/

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