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PRODUTTORI AGRICOLI: divieto di cumulo tra Psr e credito d’imposta del 40%

La Commissione Ue limita la combinazione dei due aiuti, la somma è ammissibile solo se non supera i limiti previsti dal regolamento Ue

Il divieto di cumulo riguarda il credito d’imposta del 40% per l’acquisto di beni strumentali nuovi che hanno le caratteristiche di interconnessione e i contributi erogati nell’ambito del Programma si sviluppo rurale.

L’acquisto di macchine agricole infatti usufruisce anche di contributi concessi agli investimenti finanziati con le operazioni strutturali nell’ambito dei bandi regionali dei piani di sviluppo rurale.

Il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano a oggetto i medesimi costi a condizione che tale cumulo non porti al superamento del costo sostenuto. Per questo, contando di ottenere sia il credito d’imposta che il contributo Psr, molte imprese agricole hanno effettuato nel 2020 investimenti in macchinari agricoli che soddisfano l’interconnessione.

Ad aprile 2020 Regione Lombardia aveva affermato che le due agevolazioni potevano essere cumulate, autorizzando quindi gli uffici a liquidare le domande di contributo.

La Commissione Ue conferma che il Programma di sviluppo rurale introduce aliquote di sostegno massime vincolanti che non possono essere superate in alcun caso. Conclude quindi che il contributo Psr può essere concesso in combinazione con il credito d’imposta, ma la somma degli aiuti deve rimanere entro i limiti dell’allegato II al regolamento Ue.

Tale allegato, per gli investimenti in immobilizzazioni materiali fissa la percentuale massima del 40%, maggiorabile del 20% per i giovani agricoltori e del 50% per le regioni meno sviluppate.

In Lombardia solitamente il Psr eroga contributi nella misura del 35% della spesa per cui per il credito d’imposta rimane spazio solo per il 5%.

Duro colpo per il credito d’imposta 4.0 che aveva stimolato i produttori agricoli a fare nuovi investimenti tecnologici.

Articolo tratto da Il Sole 24 Ore