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PIANO TRANSIZIONE 4.0: pubblicata una bozza della legge di bilancio 2021

E’ finalmente disponibile una prima bozza del testo della legge di bilancio 2021 all’interno della quale troviamo le possibili novità relative al credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali ordinari e 4.0

I benefici del Piano Transizione 4.0 saranno destinati a tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito, che effettueranno investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato.

Secondo quanto indicato al primo comma, il piano Transizione 4.0, troverà attuazione anticipata già dal 16 novembre, e durerà due anni pieni, il 2021 e il 2022, per avere poi una coda di sei mesi fino al 30/06/2023 in caso di ordini confermati entro fine 2022.

Saranno agevolabili gli investimenti in beni materiali e immateriali nuovi strumentali, resta l’esclusione degli autoveicoli e di tutti i beni con coefficiente di ammortamento inferiore al 6,5%.

Il credito d’imposta per i beni materiali ordinari, solamente per il 2021 e per gli ordini consegnati entro giugno 2022, passerà dal 6% al 10%, per investimenti fino a 2 milioni di euro.

Inoltre, il credito d’imposta verrà elevato al 15% per gli investimenti in strumenti e dispositivi tecnologici destinati dall’impresa alla realizzazione di forme di lavoro agile.

Verrà poi introdotta l’agevolazione anche per i beni immateriali non 4.0 per cui a oggi non esiste agevolazione. In questo caso l’aliquota per il 2021 sarà pari al 10%, per poi scendere nell’anno successivo al 6%.

Per quanto riguarda i beni materiali 4.0, l’attuale testo stabilisce che, solamente per il 2021 e per gli ordini consegnati entro giugno 2022, l’aliquota passerà dal 40% al 50% per investimenti fino a 2,5 milioni. Per investimenti tra 2,5 e 10 milioni, salirà dall’attuale 20% al 30%. Infine si introdurrà un terzo scaglione per investimenti compresi tra 10 e 20 milioni con un’aliquota al 10%.

L’anno successivo invece le prime due aliquote torneranno al livello attuale (40% e 20%), mentre la terza per gli investimenti tra 10 e 20 milioni resterà invariata.

Il credito al 15% per i beni immateriali 4.0 passerà al 20%, con un massimale che salirà da 700 mila euro a 1 milione di euro. Questa nuova aliquota durerà per tutto il biennio di proroga del piano.

La compensazione per tutti i tipi di credito d’imposta visti finora sarà di 3 anni (attualmente sono 5 anni per i beni materiali e 3 per i beni immateriali).

Inoltre, per le aziende con fatturato inferiore a 5 milioni di euro, il credito d’imposta per i beni strumentali semplici (sia materiali che immateriali non 4.0) si ridurrà ulteriormente a un anno.

La fruizione potrà avvenire dall’anno in cui si effettua l’investimento o, nel caso dei beni 4.0, dell’avvenuta interconnessione.

Resterà inoltre l’obbligo di effettuare la comunicazione al Ministero dello sviluppo economico.

Per i beni materiali e immateriali 4.0 nel nuovo piano Transizione 4.0 resterà l’obbligo della perizia asseverata o dell’attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione per i beni il cui costo di acquisizione supera i 300 mila euro.

Nella bozza circolata non compaiono la proroga del bonus ricerca/innovazione e del bonus formazione, ma il testo viene considerato ancora non definitivo e da integrare. 

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